TEMI

EDITORIALE

  • 28° Assemblea generale dell’AISS del 13 giugno 2024
  • 97° assemblea dei delegati della Federazione Svizzera dei Funzionari di Polizia
  • Piattaforma di scambio per le forze di sicurezza professionali 
  • 17. FSS Security Talk
  • The Spirit of Bern 2024
  • La legge europea “EU AI Act” per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale

Gentili signore, egregi signori,

Stimati membri,

Di recente mi sono imbattuto nello studio «Sicurezza 2024», pubblicato dall’ACMIL (Accademia militare presso il PFZ) e dal Center for Security Studies (CSS) presso il Politecnico federale di Zurigo (PFZ). Questo studio si basa su una raccolta di dati completa presso l’elettorato svizzero ed esamina diversi aspetti, tra cui le aspettative per il futuro, i temi di politica estera e di sicurezza, la neutralità della Svizzera e altri interessanti ambiti.

Mi ha fatto particolarmente piacere vedere che l’elettorato, come me, ritiene che il senso generale di sicurezza sia molto elevato, sebbene significativamente calato in termini statistici, presumibilmente a causa del perdurare della guerra in Ucraina. Questa valutazione positiva è un indicatore decisivo della fiducia della popolazione riguardo alla condizione di sicurezza nel nostro Paese. È di estrema importanza poter mantenere questo elevato standard di sicurezza anche in futuro. Le forze di sicurezza private apportano un contributo importante alla sicurezza nazionale; basti pensare a tutti i grandi eventi e festival che si svolgono in estate e durante i quali i fornitori di servizi di sicurezza privata si occupano della sicurezza e del benessere delle persone che vi partecipano. Anche altri eventi internazionali, come il recente Campionato europeo di calcio, la Conferenza di Bürgenstock e i Giochi Olimpici di Parigi, richiedono un lavoro e uno sforzo enormi da parte delle forze di sicurezza private. Personalmente mi farebbe molto piacere vedere un riconoscimento sui media riguardo a questo tema.

Anche l’AISS organizza eventi: a giugno, come da tradizione, si è tenuta la nostra 28a assemblea generale nella pittoresca città di Bellinzona e sono già in corso i preparativi per la prossima. Inoltre, vogliamo rafforzare la nostra presenza agli eventi esterni. Il presidente dell’AISS ha preso parte in veste di relatore e partecipante a una tavola rotonda in occasione della 97a assemblea dei delegati della Federazione Svizzera dei Funzionari di Polizia. Anche questo evento ha rappresentato per l’associazione l’occasione di promuovere il dialogo con importanti attori e di esporre le problematiche del settore della sicurezza.

Sugli argomenti da me citati, ma anche su molti altri, potete trovare informazioni nella nostra newsletter. Buona lettura!

Pascal Cattilaz 

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Evento

28° Assemblea generale

13 giugno 2024, Bellinzona

Assemblea generale dell’AISS del 13 giugno 2024

Il Comitato dell’AISS organizza l’assemblea generale annuale ogni volta in una regione diversa della Svizzera. Quest’anno si è tenuta sotto la direzione del presidente Armin Berchtold, nella soleggiata Bellinzona. Ai numerosi membri dell’AISS, ai rappresentanti delle commissioni e agli ospiti provenienti dai diversi partner dell’AISS ha dato un caloroso benvenuto Norman Gobbi, consigliere di Stato del Canton Ticino.

L’ordine del giorno comprendeva svariati temi, quali la crescente rilevanza del settore della sicurezza in un mondo sempre più complesso, oltre alle novità e alle attività dell’AISS in corso nell’esercizio corrente. Inoltre, il segretario generale Matthias Fluri ha illustrato dettagliatamente lo stato attuale delle trattative nell’ambito del contratto collettivo di lavoro (progetto «CCL next»).

Dopo il pranzo condiviso in una splendida giornata di sole, l’assemblea generale annuale di quest’anno si è conclusa anticipatamente, poiché, a causa del lungo viaggio di andata e ritorno, è stato necessario rinunciare al programma pomeridiano. La prossima assemblea generale dell’AISS è in programma per il 5 giugno 2025 nella regione di Neuchâtel.

Partenariato

Proroga della Piano di rinuncia,

ma non solo

14 giugno 2024, Crans-Montana

Durante la 97° assemblea dei delegati della Federazione Svizzera dei Funzionari di Polizia, a Crans-Montana, sono state affrontate in modo esauriente tematiche centrali come distribuzione dei compiti della polizia, carenza di personale, aumento della cibercriminalità e ruolo delle imprese di sicurezza private. Armin Berchtold, presidente dell’AISS, ha preso parte all’evento come ospite e relatore.

Crescita del carico di lavoro e carenza di personale

La carenza di personale nella polizia è da tempo un tema scottante. Il fatto che il settore privato offra stipendi più interessanti e orari di lavoro regolamentati, rende ancora più difficile il reclutamento di personale giovane, afferma Emmanuel Fivaz, il neoeletto presidente della FSFP. Secondo un sondaggio della FSFP, l’87,2% di 7000 persone intervistate ha riferito di aver avuto nella sua unità di polizia problemi di reclutamento e il 75,4% di avere accumulato fino a 100 ore di straordinario alla fine del 2022. La carenza di nuove leve nella polizia è in parte dovuta all’andamento demografico, che vede la generazione dei baby boomer andare in pensione e una riduzione costante del numero di giovani a cui poter affidare lo svolgimento di svariati compiti, sempre più complessi.

Christian Varone, comandante della polizia cantonale vallese, constata un netto cambiamento nel panorama della criminalità. Prima i conflitti si risolvevano spesso per strada e i reati venivano commessi frequentemente in pubblico. «In passato, da noi, si registravano molte rapine in banca o nelle gioiellerie. Oggi, atti di questo genere sono ormai compiuti solo da incoscienti», conclude Varone. A suo avviso è indispensabile che i compiti fondamentali legati alla sicurezza, come il mantenimento dell’ordine pubblico, la lotta alla criminalità e l’uso della forza, rimangano di competenza della polizia. Le attività che invece non devono essere necessariamente svolte dalle forze di polizia specializzate vanno abbandonate.

Karin Kayser-Frutschi, consigliera di Stato del Cantone di Nidvaldo e copresidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP), ha sottolineato che la carenza di personale e i piani per una riduzione dei compiti non sono solo imminenti, bensì sono già realtà. Inoltre, i cambiamenti significativi – come i valori sociali e la crescente densità normativa – hanno contribuito in modo sostanziale alla complessità del lavoro della polizia e hanno determinato un maggiore bisogno di personale. Oltre al piano di rinuncia, evidenzia anche la necessità di rafforzare la protezione dei poliziotti da violenza, stress e sovraccarico e di rendere loro possibile un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata. Questo dovrebbe contribuire a far sì che i poliziotti svolgano il proprio lavoro con passione e orgoglio.

Partner della polizia

«Il monopolio dell’uso della forza è inviolabile: questo è molto importante», ha affermato Armin Berchtold, presidente dell’Associazione imprese svizzere servizi di sicurezza (AISS). I servizi di sicurezza privati devono continuare a essere percepiti come partner della polizia e delle autorità di sicurezza, in considerazione dei numerosi punti di contatto che esistono da lungo tempo con la polizia. Le aziende di sicurezza private possono contribuire notevolmente ad alleggerire il carico di lavoro dei servizi di polizia: «Siamo necessari, altrimenti come polizia non riuscireste più ad assolvere i vostri compiti», afferma Berchtold. Anche il settore della sicurezza privato si trova ad affrontare e a dover risolvere diverse sfide. La maggioranza delle aziende attive in Svizzera, ad esempio, non è soggetta al contratto collettivo di lavoro (CCL). Le aziende che non sono vincolate al CCL non sono tenute a pagare salari minimi uniformi né a rispettare criteri di formazione stabiliti, il che porta a notevoli differenze di qualità all’interno del settore. Rimane l’obiettivo di una regolamentazione del settore secondo il modello del concordato in Svizzera occidentale. In questo contesto l’AISS è a favore della mozione attuale del consigliere nazionale Reto Nause, che punta a una base giuridica unitaria a livello svizzero per i servizi di sicurezza privati.

Nel suo ruolo di segretario generale dell’International Security League (ISL), Armin Berchtold conosce bene questo problema anche a livello internazionale. Sottolinea la necessità di un’intensa collaborazione tra le autorità di polizia, il settore della sicurezza privata e i decisori politici, così come l’importanza di un catalogo ben definito di responsabilità e compiti.

Informazioni

Piattaforma di scambio per le forze di sicurezza professionali 

Le sfide nel settore della sicurezza pubblica sono varie e si manifestano nel corso di eventi sportivi e festivi, incidenti, catastrofi e tutte le situazioni che prevedono una gestione delle crisi e nelle quali sono richiesti sia attori della sicurezza pubblica che forze di sicurezza privata. Gli spazi della “sicurezza” sono inoltre intrecciati, complessi e si evolvono rapidamente e gli attori coinvolti si trovano ad affrontare sfide comuni che sono strettamente correlate, in particolare, a reclutamento, formazione e interoperabilità.

Poiché questa realtà complessa necessita di un procedimento concordato ed essendo stato identificato un potenziale di ottimizzazione nel coordinamento strategico delle forze di sicurezza professionali, Martin von Muralt, il delegato della Confederazione e dei Cantoni per la Rete integrata svizzera per la sicurezza (RSS) ha offerto la possibilità di uno scambio a livello nazionale sotto forma di una piattaforma che riunisce gli attori della sicurezza pubblica ma anche privata.

I rappresentanti dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali svizzere (CCPCS), della polizia militare (PM), della Società dei capi di polizia delle città svizzere (SCPCS), della polizia dei trasporti (TPO), dell’Interassociazione di salvataggio (IAS 144), dell’Associazione svizzera dei pompieri professionisti (ASPP), dell’Associazione imprese svizzere dei servizi di sicurezza (AISS) e dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) sono concordi sul fatto che una piattaforma comune sia importante per una collaborazione interoperabile, sia nelle situazioni di crisi che nella quotidianità.

Sono stati definiti i seguenti obiettivi comuni:

  • rafforzamento della collaborazione tra il settore pubblico e quello privato nell’ambito della sicurezza pubblica;
  • identificazione dei bisogni comuni e individuazione di soluzioni adeguate;
  • offerta di spazio per uno scambio e una comprensione reciproci tra settore pubblico e privato.

Nella scelta delle tematiche la piattaforma si limita come segue:

  • riguarda il settore pubblico e privato
  • è di interesse per la maggioranza dei membri della piattaforma
  • è di esclusiva competenza della piattaforma
  • rappresenta una sfida per la sicurezza pubblica

Durante la sua seduta del 22 aprile 2024, la piattaforma politica della RSS ha autorizzato il mandato per la piattaforma di scambio per le forze di sicurezza pubblica e privata. Con questa decisione positiva la piattaforma può essere istituzionalizzata e quindi può avviare il lavoro per una fase pilota di due anni.

La piattaforma si riunisce una o due volte all’anno sotto la direzione del delegato della Confederazione e dei Cantoni (RSS) per dedicarsi ai temi definiti a priori. La prossima edizione di questi colloqui è in programma per la primavera 2025. Presumibilmente entro la fine del 2026 verrà eseguita una valutazione di questa iniziativa per verificare se gli obiettivi definiti sono stati raggiunti e se portare avanti la piattaforma di scambio.

Evento

 17. FSS Security Talk

17 giugno 2024, Berna

 L’ordine mondiale basato sulle regole è sotto pressione –

sfide per l’Occidente e la Svizzera

In occasione del 17° FSS Security Talk, che si è tenuto il 17 giugno 2024 presso l’Hotel Schweizerhof di Berna, si è discusso delle sfide geopolitiche attuali. L’attenzione era concentrata sul ruolo dell’Occidente e della Svizzera nell’ordine mondiale che sta cambiando.

I tre ordini mondiali 

Il Maggior Generale Thomas Starlinger, rappresentante militare dell’Austria presso l’UE e la NATO, ha aperto il suo intervento con una dichiarazione di Joseph Borrell, l’Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il quale afferma che abbiamo basato il nostro benessere sulla dipendenza dall’energia a basso costo proveniente dalla Russia e sull’accesso ai mercati cinesi, lasciando in gran parte la sicurezza agli Stati Uniti. Starlinger ha quindi precisato: «La situazione attuale dell’UE non si potrebbe descrivere in modo più appropriato.»

La Brexit, la crisi climatica, la crisi del Covid-19, il conflitto armato in Israele e infine la guerra in Ucraina si influenzano reciprocamente e rappresentano anche le conseguenze di molti anni di trascuratezza delle analisi strategiche delle minacce. Starlinger ha poi aggiunto: «Queste crisi non sono emerse a sorpresa, semplicemente hanno colto di sorpresa le nostre società.»

Secondo Starlinger, i tre ordini mondiali possono essere classificati come segue: l’ordine mondiale multilaterale (l’Occidente globale), in cui gli Stati Uniti assumono un ruolo di guida; l’ordine mondiale revisionista (l’Oriente globale), in cui la Cina assume la leadership e che è influenzato in misura determinante anche da nazioni come la Russia o l’Iran. In questo ordine mondiale, le nazioni coinvolte perseguono l’obiettivo di minare l’ordine internazionale esistente, che ritengono dominato dagli USA. L’obiettivo è sostituirlo con un nuovo sistema multipolare basato sulla forza, in cui varie grandi potenze influenzano e controllano le questioni globali; l’ordine mondiale riformista (Sud globale) è caratterizzato da nazioni come India, Paesi dell’Africa, Brasile, Argentina o Turchia, che perseguono una riforma del sistema internazionale per rafforzare la loro posizione economica e politica.

Alcuni megatrend contribuiscono ulteriormente al potenziale di conflitto 

Il primo megatrend: la transizione dalla cooperazione alla concorrenza. Questo megatrend è caratterizzato dalla crescente disfunzionalità del multilateralismo. Invece della collaborazione e della ricerca di soluzioni comuni, stiamo vivendo un disordine multipolare in cui predominano la politica della potenza e la normalizzazione dell’uso della violenza. La conseguenza di questa disfunzionalità è che le azioni militari restano spesso impunite, il che provoca una corsa globale agli armamenti e minacce nucleari. Inoltre, i rapporti di dipendenza economici sono sempre più spesso utilizzati come arma per raggiungere obiettivi politici.

Il secondo megatrend: polarizzazione e frammentazione. Questo megatrend è caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti tra grandi attori globali e ideologie. In particolare, al centro, c’è la rivalità tra gli Stati Uniti e la Cina, con la contrapposizione sempre più marcata tra democrazie e autocrazie. Un’altra caratteristica di questo megatrend è la crescente frattura tra il cosiddetto «Sud globale» e gli Stati BRICS+ da un lato e gli Stati del G20 dall’altro. Questa polarizzazione va di pari passo con sanzioni economiche e controsanzioni che gravano sulle relazioni commerciali globali. Il terzo megatrend si contraddistingue complessivamente per un dinamismo accelerato degli sviluppi globali – come ad esempio nel settore dell’intelligenza artificiale, che in assenza di norme chiare e di una cooperazione a livello internazionale può portare a sfide considerevoli.

Gli effetti

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono in aumento: i blocchi commerciali da parte della Cina potrebbero avere un impatto sullo Stretto di Taiwan, che è una rotta chiave per il commercio globale di merci. Thomas Starlinger cita l’episodio del Canale di Suez, che ha danneggiato l’economia europea per oltre un anno, e l’attuale situazione nel Mar Rosso, dove il traffico navale è diminuito drasticamente a causa dei ribelli Houthi. Questi esempi mostrano la sensibilità con cui il commercio globale reagisce alle interferenze. Istituzioni come l’ONU e le sue organizzazioni affiliate stanno perdendo sempre più la loro efficacia globale nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti e le numerose sanzioni e controsanzioni fanno vacillare la stabilità finanziaria. Infine, secondo l’analisi del Boston Consulting Group, il volume degli scambi commerciali nell’area asiatica aumenterà fino a circa 1000 miliardi di dollari entro il 2030, mentre gli scambi tra Europa e Russia diminuiranno di 300 miliardi di dollari. È la dimostrazione di uno spostamento dei centri di potere e degli interessi globali.

Gli approcci risolutivi

Secondo Starlinger, si dovrebbero sviluppare strategie che non possono prescindere dall’analisi dei rischi. Oltre ai sistemi statali e sovrastatali di allerta precoce per le crisi, è necessario creare una migliore comprensione delle catene di approvvigionamento strategiche. È indispensabile trarre insegnamento dalle crisi e dalle sfide del passato per evitare un ulteriore avanzamento della multipolarizzazione della società.

Evento

The Spirit of Bern 2024

7 maggio 2024, Kursaal, Berna

Il futuro energetico della Svizzera  

Perché Spirit of Bern? 

Quest’anno Spirit of Bern funge da piattaforma in cui i personaggi leader del mondo economico, scientifico e politico discutono su sfide e opportunità della svolta energetica svizzera. L’approvvigionamento energetico della Svizzera è in fase di transizione. Nel 2023 la Svizzera ha votato la legge sul clima e sull’innovazione, sostenendo quindi la Strategia energetica 2050. L’AISS ha preso parte all’evento Spirit of Bern 2024 e ha acquisito spunti interessanti su un tema di grande attualità: «Il futuro energetico della Svizzera».

Sessione 1:  Contesto politico e aspetti di natura socio-economica  

Michael Herrmann, direttore dell’istituto di ricerca Sotomo, ha aperto il programma pomeridiano con una relazione in cui ha affrontato una delle maggiori sfide della svolta energetica, riassunta nell’espressione: “ovunque, ma non a casa mia!”. Che cosa significa concretamente? Dai sondaggi sul tema del clima emerge chiaramente che il 59% di cittadine e cittadini svizzeri è infastidito dal dibattito sul clima, il 55% ritiene di aver fatto già abbastanza per la tutela del clima e il 66% si augura che la svolta energetica prosegua ulteriormente. Herrmann considera questa situazione un’espressione del fenomeno «Nymby», dall’acronimo inglese di «Not In My BackYard», che significa «non nel mio cortile». Questo termine viene utilizzato per indicare le persone che sostengono infrastrutture importanti, ma non accettano che vengano costruite nei pressi delle loro abitazioni, temendo i possibili svantaggi a livello locale.

Indipendenza energetica?

L’autarchia è la capacità di rifornirsi autonomamente e indipendentemente senza dover dipendere dall’energia di terzi. Sebbene la quota di dipendenza della Svizzera nell’ultimo decennio sia diminuita, la Svizzera è ancora legata alle importazioni nel settore del rifornimento energetico. Se da un lato l’estetica del paesaggio riveste un enorme valore, dall’altro il 76% della popolazione si esprime a sfavore delle importazioni di energia da altri Paesi. Herrmann sintetizza la situazione definendola come «un’immagine ambigua di un paese che oscilla tra l’ideale dell’autarchia e la sua illusione».

Quale contributo può portare la scienza al futuro dell’energia?

La svolta energetica rappresenta una domanda complessa che è influenzata fortemente da interessi politici ed economici. Christian Rüegg, direttore dell’Istituto Paul-Scherrer (PSI), ha ribadito che il compito della scienza è quello di informare senza pregiudizi e sulla base dei fatti. In questo modo si può garantire che le decisioni si basino su solide fondamenta scientifiche e che non siano dettate da interessi unilaterali.

Nel corso delle diverse presentazioni e discussioni, si sono delineate delle sfide comuni, che il consigliere nazionale e presidente del Partito verde liberale svizzero, Jürg Grossen, ha riassunto in modo efficace: «Politica e scienza hanno molto in comune: in entrambi gli ambiti certe cose richiedono molto tempo per essere accettate». La complessità dei processi, la ricerca di compromessi, la burocrazia, ma anche le opposizioni ostacolano il progresso. Alexander Keberle, membro della direzione di economiesuisse, puntualizza con senso dell’umorismo la situazione, descrivendo l’opposizione «la quinta lingua nazionale della Svizzera».

Il consigliere federale Albert Rösti è il relatore finale

Il consigliere federale Albert Rösti, nel discorso finale della serata ha espresso con energia la necessità di sostenere la legge sull’approvvigionamento elettrico. Ha evidenziato anche quanto sia importante per la Svizzera garantire l’approvvigionamento elettrico, rendersi indipendente dalle importazioni di energia e promuovere le energie rinnovabili. In conclusione, agli ospiti è stato offerto un ricco aperitivo, durante il quale le animate discussioni sono proseguite in un’atmosfera più rilassata.

Strategia digitale

La legge europea “EU AI Act” per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale

EU AI Act

Nell’ambito della sua strategia digitale, il Parlamento europeo intende regolamentare l’intelligenza artificiale (IA) per garantire sicurezza, trasparenza e responsabilità nello sviluppo e nell’utilizzo di questa tecnologia. La legge è concepita per promuovere l’innovazione, proteggendo al contempo la sicurezza, i diritti fondamentali e gli standard etici.

L’obiettivo è che questi sistemi di IA siano monitorati dall’uomo in modo da ridurre al minimo i rischi. Già identificando e valutando i rischi potenziali si possono adottare misure appropriate. Si evitano così i possibili danni causati da un utilizzo erroneo o improprio dei sistemi di IA. La normativa segue un approccio basato sul rischio e classifica le applicazioni di IA alle corrispondenti categorie di rischio.

Effetti sulla Svizzera

Già nel 2023 il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di sviluppare diversi approcci alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale entro la fine del 2024. Con questa analisi il Consiglio federale intende creare una solida base per poter emettere un mandato specifico per la preparazione di una proposta normativa per l’IA nel 2025. I fornitori e gli utenti in Svizzera sono vincolati dalle normative dell’UE se offrono sistemi di IA nell’UE o se i risultati dei loro sistemi vengono utilizzati nell’UE. Ad esempio, anche le aziende svizzere che interagiscono con il mercato dell’UE devono rispettare gli standard di sicurezza e trasparenza previsti dalle normative europee.

Il futuro dell’intelligenza artificiale è potenzialmente in grado di apportare cambiamenti di vasta portata in numerosi ambiti della vita. Tuttavia è di estrema importanza plasmare questi sviluppi in modo responsabile e garantire una distribuzione equa e sostenibile dei benefici che ne deriveranno. In questo modo si può garantire che la società nel suo complesso tragga vantaggio dalle opportunità offerte dall’IA e che i potenziali rischi siano ridotti al minimo.

Link: Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 giugno 2024 che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale.

Julija Sicova

Redazione

Blanka Genini

Digital Design e Layout

Elena Ruch

Redazione, corezzione FR

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